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Del sole e dell'incontro

Lasciare il mattino lavorativo e il brutto tempo, persistendo nel traffico di una città intasata da un’auto a persona.

Si muove con ansia e rabbia.. come non bastasse il vento di pianura a farti chiedere il motivo di dover soffrire così incastrato coi tempi e gli obblighi. Quasi un sollievo la salita: come cullandoti a destra e sinistra ti riporta nel silenzio tra i boschi e vecchie mura a secco, vigneti e paesaggi della Val di Sieve. Ma non è corta  l'ascesa fin a quasi 500 metri da che ti accorgi del vento che dà, come il vento che prende rendendoti il favore, lanciandoti come un fulmine futurista in direzione Fiesole tra cavalli ruminanti e prati, che alti e rigogliosi di un caldo che non vuol arrivare si muovono come piante marine mosse dalle correnti. Il resto è storia, secolare di Firenze che ti viene servita come su un vassoio a scendere i tornanti non troppi anni fa percorsi (in senso opposto) dai grandi campioni mondiali, di cui leggi il tifo volante sotto le ruote. 40 chilometri attorno all'ufficio: "beati loro" dicono di quelli che girano in bicicletta tra le colline toscane. E quanto hanno ragione!

 

Il caldo, le stagioni, le buone abitudini e gli avvenimenti.

Maggio, il giro d’Italia a Firenze, la sera: non può mancare la bici. Dalle Gore verso la porta della Volterrana, vecchi panorami percorsi all’opposto. D’altronde non siamo mai gli stessi anche se passiamo dagli stessi posti, può essere questa la salvezza?

Dove sta la bellezza del sole tra gli alberi, al termine di una salita lunga almeno il doppio di quello che ti ricordavi? Non sono .gpx, kom, segmenti o medie all’ora. 

Sono ritorni alla vita, piccoli ritorni alla vita. Niente di straordinario.

 

Sapori d’estate. Attese interrotte per un passaggio tra nuovi ponti e sempre bellissimi paesaggi. Chi non è mai sceso in bicicletta da Monte Senario.. beh sicuramente ha vissuto molte belle esperienze, ma senz’altro non tutte!

 

Luce fino a tardi vuol dire tirare fino a tardi. Fai un giro veloce, sufficiente a ripercorrere quella quella e quella strada. Ma nell’unica ora e mezza di libertà vogliamo davvero organizzare tutto? Organizzare il tempo libero.. naa. Allora giri per di qua, non sai dove vai ma da qualche parte arrivi di sicuro. Non fai i conti con gli imprevisti, e ti ritrovi a rifar salita, prima il 10, poi il 15 e poi il 10, e sale sale sale.. ancora sale finchè non ti ritrovi al 22 disteso sul manubrio che ti dai dell’imbecille col sorriso stampato sulla faccia. La discesa è il giusto premio per aver trovato un piccolo Mortirolo dietro lo studio. E ora altro turno odierno a cercar di chiudere i cerchi della vita.

 

Senza fretta e senza meta. Ti alzi il mattino con poche ore di sonno e vedi che tutto inizia già ad avere quella routine sufficientemente avviata per risparmiare del tempo nei preparativi. Incominci a chiacchera, poche auto alla mattina presto tra Galluzzo e San Casciano ed è un attimo che saluti il tuo amico dopo aver preso il caffè. Il giro di Castellina da San Donato ti fa passare attraverso una bellissima strada, prima parzialmente coperta dal bosco, tutta curve, pendenza che si sente ma che non ti ammazza, finchè sei a 600 metri e ti si apre mezzo mondo di panorama. Le ginestre spuntano, gli alberi cambiano in specie di altura. Fiumi di ciclisti controsenso a fare la chianti classic per capire chi si sta divertendo in questo due giugno da quelle parti. Da Castellina a Radda lo spettacolo di un Chianti illuminato d’estate e rigorglioso di primavera mi fa capire che no, è troppo presto per tornare. 10 euro basteranno, e allora su su su per il valico del Morellino, punte al 15% che stringono sulle cosce, ma che ti portano in un paradiso dove qualche olandese scatta delle foto tra le vigne, incantato dalla bellezza di queste colline. Ovunque ti volti, un quadro. Ma (per fortuna) non si sale per sempre ed allora ci vuole velocità! velocità! VELOCITA’ ! a tutta giù a Figline ma che siamo a Figline siamo a Reggello, da li Vallombrosa non la vogliamo fare? Vallombrosa è un bosco in cui improvvisamente entri, manco fosse un portale verso un’altra dimensione. Alberi altissimi ti ingoiano in questo posto fatto di silenzi e torrenti. La gravità sembra calare talmente differente è la strada e l’atmosfera. Non a caso c’è un’abbazia molto importante, hanno puntato sull’effeto mistico.. mica scemi! Per il resto di pensa il caldo afoso del rientro a Pontassieve, dove per fortuna trovi qualche altro pazzo come te che ha fatto anche di più dei tuoi 150 km odierni su una sella, che ti aiuta a tornare a casa. E si ricomincia a vivere la vita, con quel filtro di immagini impresse nella mente che ti fa vedere tutto più bello di quanto non sia già.

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